Le strategie SEO da lasciare per il 2022

Con l’andare degli anni, è stato reso sempre più evidente come le strategie SEO devono cambiare anno dopo anno. Alcune rimangono, e vengono variate solo in maniera sottile ogni tanto. Non rimane comunque da dimenticare che alla fine dei conti ci sono sempre dei cambiamenti da attuare nelle proprie strategie di Marketing, delle volte anche eliminando completamente del tutto alcune vecchie pratiche.

Vediamo perciò quali sono queste strategie da lasciare indietro per il 2022, e cosa bisogna perciò correggere per l’anno che verrà.

  • Il Keywording va ridimensionato

Una delle pratiche più conosciute per regolare il SEO del proprio sito è attraverso una lavorazione ragionata del Keywording, ovvero l’intensità d’una particolare parola all’interno del sito. Questo è spesso anche relazionato al fattore che il sito deve chiamarsi in un certo modo, ed il dominio deve essere preciso per quel che riguarda un particolare settore di preferenza.

Adesso questo gioco è più o meno ridotto. Il dominio non ha più una grossa importanza sul Keywording, così come necessariamente non deve riportare un estensione come ad esempio il “Com”. Google si sta concentrando a dare priorità invece ai siti che hanno una certa malleabilità, mettendo la giusta importanza sul settore rappresentato.

Il nome rimane comunque importante, ma più per la facilità “d’orecchiabilità” dell’utente che per altro, fungendo perciò da puro scopo commerciale.

  • La creazione dei contenuti deve avere uno scopo preciso

Una volta, si usava “riempire” i siti di contenuti di vario genere, spesso non relativi esattamente al sito. Questo va anche connesso al Keywording, il quale spesso andava a finire per creare pagine che ripetevano fino alla nausea vari termini che non facevano altro che rendere l’argomento logorroico e noioso.

Quel che bisogna fare adesso è creare invece pagine che hanno un senso di esistere. Contenuti con uno scopo, che possono essere sfruttati sia per l’utilità diretta del sito (Vendita, blogging, ect) in poche parole Google osserva i contenuti di qualità, non quelli che espressivamente sono fatti per ottenere visite in maniera maliziosa o comunque per barare il sistema in qualche modo.

  • Concentrarsi su una sola strategia è sbagliato

E’ bene essere sempre aggiornati sulle ultime strategie dedicate al SEO, ma non bisogna concentrarsi troppo su una singola opzione. Ad esempio, se il sito si concentra solo ad effettuare un database di connessioni specifiche solo ad alcuni siti (o domini) esterni, non si raggiungerà mai un buon risultato.

E’ importante sempre dedicarsi ad un buon numero di strategie di Marketing, tutte specifiche naturalmente ad un particolare risultato da raggiungere. Per questo la strategia Omni-Channel è ancora attuale, ed è anche per questo che riuscendo a sfruttare più canali di Marketing è possibile almeno raggiungere qualche conclusione utile per capire dove concentrarsi di più.

Le strategie SEO da lasciare per il 2022

Con l’andare degli anni, è stato reso sempre più evidente come le strategie SEO devono cambiare anno dopo anno. Alcune rimangono, e vengono variate solo in maniera sottile ogni tanto. Non rimane comunque da dimenticare che alla fine dei conti ci sono sempre dei cambiamenti da attuare nelle proprie strategie di Marketing, delle volte anche eliminando completamente del tutto alcune vecchie pratiche.

Vediamo perciò quali sono queste strategie da lasciare indietro per il 2022, e cosa bisogna perciò correggere per l’anno che verrà.

  • Il Keywording va ridimensionato

Una delle pratiche più conosciute per regolare il SEO del proprio sito è attraverso una lavorazione ragionata del Keywording, ovvero l’intensità d’una particolare parola all’interno del sito. Questo è spesso anche relazionato al fattore che il sito deve chiamarsi in un certo modo, ed il dominio deve essere preciso per quel che riguarda un particolare settore di preferenza.

Adesso questo gioco è più o meno ridotto. Il dominio non ha più una grossa importanza sul Keywording, così come necessariamente non deve riportare un estensione come ad esempio il “Com”. Google si sta concentrando a dare priorità invece ai siti che hanno una certa malleabilità, mettendo la giusta importanza sul settore rappresentato.

Il nome rimane comunque importante, ma più per la facilità “d’orecchiabilità” dell’utente che per altro, fungendo perciò da puro scopo commerciale.

  • La creazione dei contenuti deve avere uno scopo preciso

Una volta, si usava “riempire” i siti di contenuti di vario genere, spesso non relativi esattamente al sito. Questo va anche connesso al Keywording, il quale spesso andava a finire per creare pagine che ripetevano fino alla nausea vari termini che non facevano altro che rendere l’argomento logorroico e noioso.

Quel che bisogna fare adesso è creare invece pagine che hanno un senso di esistere. Contenuti con uno scopo, che possono essere sfruttati sia per l’utilità diretta del sito (Vendita, blogging, ect) in poche parole Google osserva i contenuti di qualità, non quelli che espressivamente sono fatti per ottenere visite in maniera maliziosa o comunque per barare il sistema in qualche modo.

  • Concentrarsi su una sola strategia è sbagliato

E’ bene essere sempre aggiornati sulle ultime strategie dedicate al SEO, ma non bisogna concentrarsi troppo su una singola opzione. Ad esempio, se il sito si concentra solo ad effettuare un database di connessioni specifiche solo ad alcuni siti (o domini) esterni, non si raggiungerà mai un buon risultato.

E’ importante sempre dedicarsi ad un buon numero di strategie di Marketing, tutte specifiche naturalmente ad un particolare risultato da raggiungere. Per questo la strategia Omni-Channel è ancora attuale, ed è anche per questo che riuscendo a sfruttare più canali di Marketing è possibile almeno raggiungere qualche conclusione utile per capire dove concentrarsi di più.

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